mercoledì 4 maggio 2011

- il Regista di Matrimoni

Genere: Drammatico

Produzione italo-francese - Anno 2006
Regia e Sceneggiatura: Marco Bellocchio
Scenografia: Marco Dentici
Fotografia: Pasquale Mari
Costumi: Sergio Ballo
Musiche: Riccardo Giagni

Attori: Sergio Castellitto (Franco Elica), Donatella Finocchiaro (Bona Di Gravina), Sami Frey (Principe Ferdinando Di Gravina), Gianni Gavina (regista Scaccia Orazio Smamma), Bruno Cariello (regista Enzo Baiocco).

 

- Trama, Recensione e Trailer
Il suono di tante voci che intonano un canto religioso risuona forte e ritmato nell'affollata sala della Chiesa. Seduto tra i presenti c'è un uomo, Franco Elica, l'espressione stranamente seria e assorta, guarda avanti dove un parroco con un gioioso sorriso, sta per unire in matrimonio la coppia vicino all'altare.
I canti ormai tacciono, nell'aria c'è atmosfera d'attesa per il fatidico sì.

Attimi importanti, immortalati dai flash dei fotografi al lavoro vicino ai due sposi. Pure Elica si ritrova una telecamera tra le mani, vorrebbe farne a meno, ma è quasi obbligato a prenderla dalla signora seduta davanti a lui, con insistenza lo incita ad alzarsi, facendogli capire che ci tiene che sia lui, bravo regista, a riprendere qualche scena. Tuttavia è anche il padre della sposa e si sente frastornato da questa cerimonia religiosa catecumenica, davvero eccessiva secondo il suo punto di vista, una scelta che sua figlia ha voluto fare, ma che lui non condivide affatto, così come sente di non approvare in pieno la sua idea di sposarsi!

Questa sensazione di disagio aumenta ancora di più poco dopo, quando si trova proprio vicino alla sposa, con la telecamera quasi incollata al suo viso, una mossa voluta, tanto da poter avere la possibilità di dirle qualcosa… Ma è troppo tardi, per l'orda di parenti in arrivo si ritrova travolto, scansato in malo modo, mentre i suoi occhi continuano a vedere il peggio di quello che avrebbe voluto per lei, tra persone che calpestano e inciampano nel velo nuziale senza ritegno! Questo è l'inizio del film, ma oltre alla situazione sopra descritta, Franco Elica ha anche altro per la testa.

E' un regista e sta preparando la realizzazione del film I Promessi Sposi, nel suo studio è un via vai di uomini e donne, ma in maggior modo di quest'ultime, tutti arrivano con la speranza di ottenere una parte.

Bisogna vedere però, chi ha talento o può far solo perdere tempo, chi è più adatta per La Monaca Di Monza e chi invece per la pudica Lucia
Impresa ardua trovare quella giusta! Questa cosa occupa molto i pensieri del regista, mentre entra con la mente in quel mondo manzoniano, dove immancabilmente si ritrova a suo agio nelle vesti di Don Rodrigo!

Ben presto le cose si complicano, le forze dell'ordine arrivano nei suoi studi imputandogli un'accusa di violenza sessuale. E' la goccia che fa traboccare il vaso della sua sopportazione, in più ha anche saputo che un suo collega, il regista Scaccia, è morto.

Così decide di partire e arriva in Sicilia, dove su una spiaggia conosce Bruno Baiocco, un uomo che per lavoro realizza filmini di matrimoni e che ha la gentilezza di ospitarlo in casa sua.

Grazie all'ammirazione che quest'ultimo ha per lui e per il suo lavoro, incontra quasi per caso il principe Ferdinando Gravina Di Palagonia, che gli commissiona la realizzazione del filmato da girare durante il matrimonio di sua figlia Bona.

L'insolito nome della ragazza rispecchia molto la sua avvenenza, ma il fatto che sia costretta dal padre a sposarsi per risollevare le sorti finanziarie della famiglia la rende malinconica e triste, sa che deve subire passivamente questo indesiderato destino, perchè qui, al contrario della ben più contrastata unione narrata nella storia de I Promessi Sposi,  
il matrimonio s'ha proprio da fare!

Per tutte queste cose, la bella e sfortunata Bona (il nome poi è già tutto un programma) fa subito presa sulla sensibilità emotiva di Elica, la simpatia che prova per lei tuttavia è ricambiata.
 

La data del matrimonio però si avvicina e in quel bellissimo contesto di natura selvaggia, mista all'aria austera di colorati riti religiosi, Elica ritrova qualcuno che pensava perduto per sempre. Le domande esistenziali si susseguono più forti che mai.
 

- Ci sono film che è meglio vedere senza saperne nulla o quasi della trama, e altri invece, in cui il conoscere un po' il filo logico e narrativo della vicenda aiuta a far apprezzare maggiormente la visione. Quest'ultima opzione, è secondo il mio punto di vista, la più indicata, quella che più si addice a Il Regista Di Matrimoni.

Certamente è un'insolita opera cinematografica che non può piacere a tutti, per l'originalità e il senso d'incompletezza che traspare dall'intera vicenda.
Un film non facile quindi, ma che si fa apprezzare proprio per la particolarità del suo essere uguale a se stesso, basta solo riuscire a entrare bene nel contesto apparentemente confusionario della trama.

Prima di scrivere questo post ho dovuto rielaborare mentalmente la storia, cercare di riordinare ciò che ricordavo in proposito, le cose che mi hanno colpito sono riemerse per prime, lucide e affascinanti dai pensieri.

Gli avvenimenti raccontati nel film potrebbero anche sembrare un tantino banali, ma a incrementarne il valore ci pensano certi sottili particolari, a cominciare da alcune sapienti riprese in grado di conferire alle immagini un tocco surreale, come quando la telecamera riprende la scena attraverso un vetro, in maniera sfocata, oppure da una prospettiva diversa dal solito.

Perché qui non si tratta solo di una trama realistica, in certi punti è anche fiabesca, sognante, tragicomica o soffusa di un'atmosfera densa di suspense, ma la cosa incredibile, è che il regista e sceneggiatore Marco Bellocchio, riesce a ottenere tutto questo senza usare eccessivi dialoghi, perché nel film ce ne sono ben pochi, o inserire particolari accadimenti, lo fa solo con la macchina da presa, con le inquadrature realizzate in modo magistrale, o con i silenzi che riempiono d'interrogativa attesa, con l'improvvisa scomparsa del colore per pochi attimi.

O ancora, con delle coinvolgenti riprese dall'alto, che trasmettono la percezione che ci sia qualcuno che guardi, sensazione e interrogativo inquietante che rimane per alcuni secondi per poi dissolversi col procedere della trama, si riuscirà a ricollegare il tutto più avanti, quando sarà la voce di Bona a riempire il silenzio, e in questo caso, a rendere romantica l'atmosfera con le sue parole.

Pur nella sua nebulosità, il film esprime ben chiaramente alcuni concetti e riflessioni di vita.
In primis la voglia di cambiamento e le riflessioni che ne seguono, il fatto che non tutto è scontato e da accettare passivamente, ma ci può essere sempre una porta aperta per i nostri desideri. Bellocchio, mostra attraverso i suoi personaggi un modo diverso di vedere la vita e di mettersi in discussione.

Nella vicenda vediamo tre registi: Baiocco, Scaccia ed Elica.
Baiocco è sposato, ancora alle prime armi con il suo lavoro e guarda con positività e ottimismo al futuro, vuole solo imparare il più possibile, diventare bravo come Elica.
Scaccia invece è pessimista, arrivato ormai all'apice della sua carriera, si ritrova insoddisfatto e polemico per come vanno le cose nel mondo del cinema, lo esprime in modo forte attraverso la frase emblematica: "in Italia comandano i morti!"

La sua aspirazione sarebbe quella di vincere un ambito premio, il Davide di Michelangelo (il Donatello della realtà). Per riuscirci secondo lui c'è solo un modo e su questo preferisco non dire di più per non svelare troppo. Elica, al contrario, si ritrova a fare più una riflessione interiore, a ricercare dentro di lui, nella propria mente, quello che può renderlo felice, per capire che oltre alla materialità, possono esserci anche i sentimenti a dare valore alla vita.

Accanto a questi tre personaggi troviamo quello di Bona, parrebbe rappresentare una donna arrendevole, che accetta passivamente ciò che le viene imposto dal contesto sociale e familiare. In realtà, pur condizionata dall'ambiente in cui vive, dimostra di essere molto emancipata in certi comportamenti.

Il tema della religiosità ricorre molto nel film, attraverso riti, canti, colorate processioni, ma è una ritualità eccessiva, della quale viene evidenziato spesso l'aspetto folkloristico, per trasmettere al meglio le sensazioni che prova in proposito il protagonista e rafforzare quelle impressioni che ha comunicato all'inizio del film.

Un concetto di religiosità mostrato volutamente in modo esagerato e un tantino comico, come ad esempio in una scena di un matrimonio, dove il più giulivo sembra essere solo il parroco! Il tutto rappresentato in una Sicilia pietrosa o immaginaria, oppure tranquilla in uno scorcio di spiaggia, selvaggia e misteriosa in un panorama mozzafiato visibile dalla scalinata di una grande villa, mistica nelle colorate immagini di una processione in riva al mare.

La bellissima scenografia è opera di Marco Dentici, ma il merito del risultato va anche alla fotografia di Pasquale Mari.
La colonna sonora anch'essa molto originale, è costituita in molti punti da canti religiosi.
Bravi gli attori, qualche perplessità mi è venuta solo su Bruno Cariello e sul modo di recitare i suoi dialoghi, con una cadenza che ho trovato poco naturale.

Fin qui ho cercato di evidenziare i lati positivi, che effettivamente ci sono, ma è pur vero che quest'opera di Bellocchio, lascia molto, forse anche troppo all'interpretazione dello spettatore, che può, anzi in questo caso è costretto a trovare una soluzione e un perché a certe scene.

I titoli di coda poi, arrivano all'improvviso e inaspettati, meravigliano, lasciando un senso d'incompiuto. Inevitabile in quel momento fermarsi un attimo a pensare, sul come, sul perché, ma questo regista è così, o si ama o si odia, il suo intento è proprio quello di lasciare una porta aperta nel film, per darci la possibilità di riflettere e di scegliere tra le varie soluzioni possibili.

Consiglio la visione in special modo a chi ama il particolare talento un po' visionario di Bellocchio, a chi ricerca qualcosa di diverso dal solito cinema, ma anche a chi vuole accostarsi per la prima volta a questo genere.


- Durata del film: 107 minuti 

- Guarda il Trailer del film Il regista di matrimoni

10 commenti:

  1. Intanto la trama così come l'hai descritta, mi sembra molto avvincente. E poi forse hai ragione, per certi film è bene dare una descrizione dettagliata preliminarmente perché aiuta a capirli. Lo vedrò senz'altro. Grazie dei tuoi suggerimenti.

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  2. ho recentemente visto gli altri due film di castellitto e mi sono piaciuti. questo al momento non mi ispira molto, sarà che dopo il royal wedding per un po' di matrimoni ne ho abbastanza :D

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  3. ciao Tiziana con la tua descrizione dettagliata ho immaginato tutto il film, grazie, sembra molto avvincente dal trailer, anche gli attori mi piacciono Castellitto in particolare, grazie mille baci rosaa presto.)buona serata

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  4. Un'intensa pagina della nostra storia!

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  5. Ricordo di averlo visto al cinema con un'amica. Alla fine del film ci siamo guardate perplesse. Un pò troppo cupo per i miei gusti.

    Buona giornata!

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  6. adoro Castellitto e non me ne perdo nessuno dei suoi film!
    questo, però, concordo con Kylie, pur non essendo andata al cinema con lei (quindi è un'altra opinione), l'ho trovato piuttosto pesante

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  7. Ci accodiamo anche noi a Pupottina, per quanto Castellitto ci sia sempre piaciuto!
    Bacioni da Sabrina&Luca

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  8. Ottima recensione!!
    Ottimo anche il film del quale ho apprezzato in particolar modo le riprese e i tagli dati alle immagini.

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  9. Le perplessità su bruno carielllo,sul suo modo di recitare i dialoghi,mi sono sembrate poco carine e poco opportune.Cariello è una persona umile e sensibile e chi ha espresso le critiche certamente non lo conosce.

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  10. Per Anonimo - Nessuno mette il dubbio il fatto che questo attore sia una persona umile e sensibile, avrà di sicuro tantissime qualità, io ho solo espresso il mio personale punto di vista, un sacrosanto diritto.

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