giovedì 7 novembre 2013

- Funny Games



Genere: Thriller

Produzione: USA, UK, Austria, Germania, Francia, Italia – Anno 2007
Regia, soggetto e sceneggiatura: Michael Haneke
Scenografia: Kevin Thompson
Fotografia: Darius Khondji

Attori e Personaggi: Tim Roth (George), Naomi Watts (Anne), Devon Gearhart (Georgie), Michael Pitt (Paul), Brady Corbet (Peter), Siobhan Fallon (Betsy), Boyd Gaines (Fred)

 

- Anteprima
Non può non colpire l'immagine su fondo bianco della locandina. Due ragazzi, uno biondo e l'altro moro; le teste chine, in una posa enigmatica, quasi remissiva, le mani coperte da guanti chiari, dello stesso colore degli abiti. 

A guardarli, possono anche sembrare angeli o bravi ragazzi, ma chissà che luce sinistra può nascondersi nel loro sguardo celato dietro apparente normalità? La prima sensazione di sgomento, possono darla senza dubbio loro e i minuti che seguono, non possono che confermare l'iniziale, flebile presagio di assurdi e angoscianti accadimenti.

- Trama, recensione e trailer
George, Anne e il piccolo Georgie, sono da poco arrivati nella loro seconda casa in riva al lago, per trascorrere come ogni anno le vacanza estive. La loro felicità è tangibile, ogni volta è una grande emozione ritrovare lo stesso panorama stupendo, gli amici, i vicini di sempre (la vicinanza è relativa poiché le villette sono abbastanza isolate). 

Già mentre stavano arrivando in auto, e poi più tardi poco lontano dalla loro abitazione, hanno avuto modo di salutarne qualcuno e di mettersi d'accordo per passare qualche momento insieme, per andare in barca, giocare a golf e tanto altro ancora. Di tempo per fortuna ne hanno abbastanza, per rilassarsi e dimenticare lo stress e il caos cittadino.

Anne è indaffarata in cucina quando sente qualcuno alla porta. Non aprirebbe mai a uno sconosciuto, tantomeno oserebbe farlo entrare, ma questo bel ragazzo dall'aria educata dice di essere un parente dei vicini.

Ed è vero, l’ha visto poco prima insieme a loro, glielo hanno anche presentato, si chiama Peter. Chi si farebbe venire assurde paranoie di pericolo in questa situazione? Lei no, di solito è fin troppo razionale e naturalmente decide di fidarsi. Il ragazzo le chiede delle uova, solo delle uova, lo manda la sua vicina che purtroppo ne è rimasta sprovvista.

Uova, sono proprio queste l'inizio dell'incubo e a pensarci bene, anche delle candide palline da golf fanno la loro parte. - Ti va di giocare? Lo spietato gioco è già iniziato, ma la dolce Anne ancora non lo sa. 

Comincia ad averne sentore da lì a poco, quando si ritrova sempre il baldo giovane tra i piedi, che stranamente, non riesce ad andare via, perché ogni volta accidentalmente, le uova che gli ha appena dato finiscono per terra e lui continua imperterrito a chiederne altre. E' così insistente ma anche ossequioso, ai limiti della sopportazione! 

La pazienza di Anne comincia a essere messa a dura prova. E' la reazione che il ragazzo si aspettava, obiettivo raggiunto, il gioco può cominciare. Non sarà solo, purtroppo, in questa scellerata avventura. Un altro ragazzo già entra nella villetta in riva al lago, stesso look, stessa gentilezza e modi affettati, stessa psicopatica crudeltà. 

Quel che accade dopo è inaudito e insopportabile e l'arrivo del marito di Anne non fa altro che complicare le cose. Ormai la povera famiglia non può che sperare nella fine dell'incubo, ma la notte è appena cominciata e non sembra esserci via di scampo...

- Funny Games è il remake di una pellicola dall'omonimo titolo uscita nel 1997. In entrambi i casi, la regia, il soggetto e la sceneggiatura, sono opera del cineasta di nazionalità tedesca Michael Haneke. La pellicola contemporanea tuttavia, vede la presenza di nuovi attori, ma per il resto, resta molto fedele alla trama originale. 

Il regista Haneke, infatti, contravvenendo alle usuali regole che tendono a stravolgere fin troppo i rifacimenti cinematografici, ha preferito ripetere ogni minimo particolare, senza trascurare dettagliate inquadrature, specifiche scene e tutto il resto. Per questo motivo, chi ha già visto quella pellicola del 1997, potrebbe trovare l'attuale Funny Games fin troppo prevedibile, ma io penso che meriti ugualmente la visione.

Addentriamoci un po’ più nel dettaglio. L'atmosfera che permea il film è agghiacciante, nonostante le scene siano prive di esplicita e visiva violenza. Decisamente controcorrente rispetto a molti film, che per accrescere la tensione nello spettatore, si servono di sangue a fiumi e fotogrammi inquietanti che non lasciano nulla all'immaginazione. 

In Funny Games la suspense è sottile e onnipresente, serpeggia in una normalità violata, è percepita attraverso lo sgomento e la paura dei protagonisti, ma non è mai generata da immagini splatter. La violenza tuttavia, è il filo spietato che intreccia la trama, e tanto accade, di tutto e di più; eppure, quasi nulla di tutto questo viene direttamente mostrato. 

Il regista e sceneggiatore ha avuto il giusto intuito. Quel solo schizzo di sangue sullo schermo di un televisore, quelle grida disperate nella stanza accanto, l'angoscia che si legge negli occhi, il silenzio improvviso dopo tanto rumore, possono essere più devastanti a livello emotivo, di una telecamera che esplora tutto nel dettaglio. 

Come pure arriva chiara e tagliente, insopportabile e fastidiosa, la gentilezza malsana dei due giovani in tenuta da golf e psicologia da bastardi incoscienti. Giocano loro, un gioco macabro. Gioca pure il regista con lo spettatore, ma solo a spiazzarlo, lo fa magistralmente e ancor più sul finale del film, con una scena inaspettata che non vi posso rivelare.

Discutibile scelta narrativa. Perché durante la visione, si potrebbe desiderare un epilogo più soft, che non lasci con l’amaro in bocca e non susciti brividi e incredulità; ma il tema di Funny Games non lascia scampo, è un mix di crudeltà e gioco e durante la visione non c'è posto per fermarsi troppo a pensare. 

Gli eventi incalzano e il finale è inevitabile. Per fortuna è solo un film, ma mi ha lasciato addosso più di una leggera inquietudine; perché la dinamica degli accadimenti è inserita in una normalità che non ha nulla di astratto o eccezionale e potrebbe essere quella di tanti.

Giuste le scenografie. Appropriata la colonna sonora. Per il resto, bravi gli attori, tra cui si evidenzia particolarmente Naomi Watts che si è calata molto bene nella parte di Anne. Un po’ meno espressivo invece il marito cinematografico George, impersonato da Tim Roth.

Brady Corbet e Michael Pitt hanno recitato al meglio il ruolo da gentili bastardi imposto dal copione, riuscendo a dare a Peter e a Paul una notevole spontaneità.  Nel complesso un discreto thriller, che riesce a mantenere la tensione dall’inizio alla fine. Visione imperdibile, specie per gli appassionati del genere.



8 commenti:

  1. Questo remake non l'ho mai visto ma l'originale, per quanto disturbante e a tratti insostenibile, è uno dei film che ho amato di più in assoluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Babol, io invece non ho visto l'originale, tuttavia la trama è identica e penso sia lo stesso per quanto riguarda il livello di tensione.

      Elimina
  2. Anche io vidi l'originale a suo tempo e francamente, al contrario della Bolla, l'ho odiato con tutte le mie forze. Mai più visto un film di Hanecke.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo invece te lo consiglio, è ben fatto, anche se parecchio disturbante (c'è fin troppa tensione).

      Elimina
  3. Haneke è un Maestro del Male. Cineasta gelido, livido, agghiacciante, specialista nel girare opere disturbanti e maniacalmente geniali. Si può amare o odiare, ma nessuna sua pellicola lascia indifferente. Provate a confrontare questo film con un suo surrogato, ad esempio quel 'Miss Violence' che ha perfino vinto due premi a Venezia... e vi accorgerete che non è facile imitare un Gigante del cinema.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero Kelvin non è per niente facile imitare un gigante del cinema. E' l'unicità che fa la differenza, anche nei film.

      Elimina
  4. Da incubo : ma è proprio questo che il regista voleva realizzare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai colto nel segno Costantino, il genere è quello che è e il pubblico si aspetta la massima tensione. Il regista ci è riuscito alla grande.

      Elimina

Grazie di essere entrati nel mio blog, siete sempre i benvenuti.