domenica 24 novembre 2013

- Inside Man

Genere: Thriller

Produzione statunitense - Anno 2006
Regia: Spike Lee
Soggetto e sceneggiatura: Russell Gewirtz
Scenografia: George De Titta Jr
Fotografia: Matthew Libatique
Musiche: Terence Blanchard

Attori e personaggi: Clive Owen (Dalton Russell), Denzel Washington (Keith Frazier), Jodie Foster (Madeline White), Christopher Plummer (Arthur Case), Willem Dafoe (capitano John Darius), Kim Director (Stevie), Amir Ali Said (Brian), Chiwetel Ejiofor (Bill Mitchell)
 

- Anteprima
Esiste la rapina perfetta?
Fu sul come che qui nacque l'intoppo!
Esistono prigioni... non sono pochi metri quadrati che fanno la differenza.
Possono esserci luoghi, prigioni più grandi, dove è il lento trascorrere del tempo che scandisce i secondi, i minuti, le ore, verso una misteriosa meta.

- Trama, Recensione e Trailer
New York - Manhattan Trust Bank. All'interno di questo prestigioso istituto bancario, la giornata sembra cominciare come al solito. Ci sono impiegati al lavoro e gente in coda che aspetta il proprio turno. 
 
Una mattina come tante, ma solo apparentemente, perché tra poco il corso degli eventi prenderà una svolta diversa e drammatica. Quattro persone vestite da imbianchini entrano nell'affollata hall della banca. 
 
Per alcuni minuti tutto sembra procedere come al solito, nessuno bada a loro, che intanto con un piano ben studiato fin nei minimi dettagli, mettono fuori uso le telecamere poste sul soffitto
 
Quello che succede nell’immediato ha il potere di gettare tutti nel panico, in un’iniziale paura mista a meraviglia, che assume pian piano i contorni di una consapevolezza agghiacciante. Il vocio concitato da normale giornata lavorativa lascia ben presto il posto a un irreale silenzio.
Nell'aria ora rimbomba solo il suono di alcune parole, scandite in modo fermo e autoritario.
- "Fate attenzione a quello che sto per dirvi..." A parlare è Dalton Russell uno dei quattro finti imbianchini, che ormai svestiti di quel ruolo, indossano quello ben più cupo e misterioso dato da tute, occhiali scuri e maschere, svelando così in maniera palese le loro reali intenzioni.
 
I minuti che seguono sono allucinanti. Ogni accesso alla banca viene bloccato e tutte le persone presenti all'interno diventano ostaggi, i protagonisti di un disegno premeditato fin nei minimi particolari e che prevede che tutti, sequestratori e sequestrati, indossino il medesimo fosco abbigliamento.
 
Per trattare con i rapinatori e precisamente con il loro capo, viene scelto un detective: Keith Frazier, che nonostante abbia avuto noie con la giustizia per un'accusa di appropriazione indebita, è uno dei migliori negoziatori e per affrontare questo problema sembra essere il tipo giusto. Sangue freddo e buona dose d'ironia per sdrammatizzare un po' la situazione, sono queste le doti che lo contraddistinguono.
 
C’è però qualcosa di anomalo nell'intera vicenda e Frazier lo percepisce subito, già dopo aver parlato con il capo dei rapinatori e aver ascoltato le sue insolite richieste. Questa sua sensazione viene ancora più rafforzata nel momento in cui sulla scena entra Madeline White, che s'introduce all'interno della Manhattan Trust Bank per parlare direttamente con Dalton Russell, mandata per l’inaspettato ruolo di mediatrice nientedimeno che dal proprietario della banca: Arthur Case!
 
A quest'ultimo interessa una cassetta di sicurezza e il suo misterioso contenuto, un qualcosa che vi è racchiuso da tanto tempo e che non dovrà mai cadere in mano altrui. E’ un segreto che deve restare tale. C'è veramente qualcosa di strano in tutta l'intera faccenda, il detective Fraizer ne è più che mai convinto. 
 
Intanto le ore passano senza che si riesca a risolvere la situazione, con i rapinatori barricati all'interno della banca e le forze dell'ordine capitanate dal poliziotto John Darius che circondano la zona. 
 
Nei locali dell'istituto di credito la tensione è ai limiti del tollerabile. Un sentimento di paura incombe sui prigionieri, che aspettano impotenti il misterioso evolversi degli eventi. Tra di loro c'è anche un bambino, ed è il solo che appare meno provato dalla situazione, anzi, continua divertito a giocare con la Play Station, eroe incontrastato del suo videogioco violento…

- Non è solo una bella trama che fa grande un film, sono anche i particolari che fanno la differenza; piccoli dettagli che gli permettono di emergere dall'anonimato, elevandolo a un risultato fuori dall'ordinario. E' impresa ardua riuscire a coinvolgere, ad affascinare in maniera immediata e originale ma Inside Man lo sa fare!

Il film inizia con alcune suggestive immagini di New York, sovrastate da una musica orientaleggiante e ritmata, che conquista da subito, scandendo le note all'unisono con le lettere dei titoli di testa. Queste appaiono sullo schermo in modo inusuale, scendendo dall'altro frammentate, per poi ricomporsi magicamente, una volta arrivate al centro dell'immagine, creando così un'introduzione coinvolgente e originale.

Inside Man è un thriller che sembra svelarsi già dall'inizio. L'identità del capo dei rapinatori Dalton Russell è nota sin dalle prime scene, così come appare palese l'intento di rapinare la banca. 
 
Il sequestro dei cinquanta ostaggi poi, pare la solita mossa per ottenere quanto desiderato con più facilità e nel minor tempo possibile, per poter scappare lontano con ingenti somme di denaro. Quindi cose viste e riviste in pellicole del genere: suspense ma storia banale. Invece no, perché qui nonostante le apparenze, si è di fronte a qualcosa di ben diverso. 
 
La forza della vicenda sta nel suo svelarsi in modo inconsueto. E' formata da tanti tasselli che nascondono altre verità, che come pezzi di puzzle si ricompongono pian piano, ma non necessariamente in modo lineare, anzi, spesso in maniera disomogenea e discontinua e solo il finale permette di scoprire il disegno filmico nella sua interezza.

Il bene e il male, queste due parti contrapposte emergono dalla trama; non sono mai però troppo distinte tra loro, perché in questa vicenda non c'è nessuno che sia veramente limpido. C'è il poliziotto, che nonostante debba combattere i cattivi, ha un conto in sospeso con la giustizia. La distinta intermediaria, tale avvocatessa Madeline, che non ha un irreprensibile passato. 
 
Il ricco e stimato banchiere che sembra abbia qualcosa da nascondere. Dalton Russell, il determinato e freddo rapinatore, che però a un certo punto si ritrova a fare una bella predica al suo ostaggio bambino, mettendolo in guardia sugli effetti dannosi che simili videogiochi violenti possono avere sulla sua acerba psiche. 
 
A un certo punto, sorge spontaneo chiedersi chi sia veramente il giusto e chi lo sbagliato, chi il buono e chi il malvagio, dove sia il bene e dove il male.

Inside Man è un film che entra con coraggio nel mondo spesso cinico dell'universo finanziario, dove il denaro veste di spietata normalità gli animi e le ricchezze di tanti.

La collaborazione tra il regista Spike Lee e l'esordiente Russell Gewirt, autore del soggetto e della sceneggiatura, regala un risultato superbo e non banale. La particolarità della trama, che ha un intreccio abbastanza criptico e al contempo riesce a creare tensione con scene particolarmente ansiogene, prevede ambientazioni girate principalmente nel luogo chiuso della Manhattan Trust
 
Nonostante ciò, la bravura di Spike Lee, ha permesso di rendere le scene mai troppo pesanti e claustrofobiche, tanto che in alcuni punti la bellezza delle immagini è magnetica e affascinante.

La scelta degli attori è un'altra mossa vincente. Clive Owen dà il massimo anche a livello estetico. Il suo personaggio ha carisma, anche se per esigenze di copione, per gran parte del film ha il volto nascosto. 
 
Nei momenti in cui toglie occhiali scuri e benda, lo schermo si riempie dello sguardo magnetico dei suoi occhi e del suo bel viso coperto da una corta barba: sono attimi intensi, in cui anche senza parlare riesce a bucare lo schermo. Del protagonista Dalton Russell, trasmette al meglio il lato misterioso e temerario. 

Denzel Washington si guadagna di diritto la palma di primo attore. Nonostante l'indiscussa bravura di Owen, è proprio Denzel che riesce a emergere su tutti con il suo ruolo di detective dotato della giusta dose di coraggio e ironia e che permette di sdrammatizzare anche i momenti più cupi del film.

Jodie Foster e Cristopher Plummer sono entrambi molto convincenti nel rappresentare l'autorevolezza e il potere e la forza convincente e malsana che il denaro può avere sugli esseri umani.

Un film da vedere quindi, ma che non permette distrazioni, dal primo all'ultimo dei suoi centoventinove minuti. Solo così si riesce ad apprezzare al meglio la trama, che si svela attimo dopo attimo, in modo decisamente enigmatico, fino al sorprendente finale.

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