sabato 13 novembre 2010

- John Rambo

Genere: Azione, drammatico, guerra

Titolo originale: Rambo IV: Pearl Of The Cobra
Produzione statunitense e tedesca
Regia: Sylvester Stallone
Soggetto: David Morrel
Sceneggiatura: Sylvester Stallone, Kevin Bernhardt, Monterastelli, T.J. Scott, Kevin Lund, Jeb Stuart
Scenografia: Franco Giacomo-Carbone
Musiche: Brian Tyler

Attori e personaggi: Sylvester Stallone (John Rambo), Julie Benz (Sarah Miller), Graham McTavish, Matthew Marsden, Tim Kang, Ken Howard, Sai Mawng, Jake La Botz, Reynaldo Gallegos, Maung Maung Khin

- Trama, Recensione e Trailer
Zona Nord della Thailandia. Una visione dall'alto mostra un paesaggio dall'aspetto selvaggio, il verde è il colore dominante. Una natura rigogliosa sembra farla da padrona in questo angolo del mondo. Dolci pendii ammantati di vegetazione, declinano su brevi radure coperte d'erba e intricati cespugli. Pare un posto tranquillo, uno di quelli in cui è facile tarpare finalmente le ali ai pensieri più cupi, dove le brutture dell'umanità non arrivano. Cullarsi nell'illusione di un presente senza violenza e soprusi non sembra cosa impossibile.

John Rambo respira quest'aria umida che ha imparato a conoscere e in fondo anche ad amare. Vive qui da un po'. Ha riposto in fondo alla mente ricordi di sparatorie, combattimenti, cruente battaglie. Ora caccia serpenti, i più velenosi e pericolosi, ma per lui che si è trovato più volte faccia a faccia con la morte, dei pericolosissimi cobra sono cosa da nulla. Li cattura e li vende. 

Fa anche il barcaiolo John, sulle acque placide del fiume Salween, scivola dolcemente con il suo piccolo natante, trasporta persone, un lavoro come un altro. Capita a volte che si spinga più in là, vicino alla confinante Birmania, una zona hot, dove da tempo è in atto un'aspra guerra civile.

Ecco, dove ha scelto di vivere non è proprio il Paradiso, è a due passi dall'Inferno. In altri tempi avrebbe imbracciato armi e caricatore e si sarebbe gettato nella mischia, ma ha deciso di anestetizzare la mente, provare a essere una persona diversa, fare finta che quel che accade aldilà del confine sia un fatto che non lo riguardi.

In fondo, non è lo stesso atteggiamento del resto del mondo? Il sanguinoso e ingiusto conflitto va avanti da ben sessant’anni! Ne succedono di tutti i colori, cose orrende innominabili, uomini, donne, bambini, poveri contadini, massacrati dal feroce, perfido esercito militare birmano e nessuno si è mai interessato al problema. Una guerra dimenticata, un po' come dire, è' una guerra civile, che se la sbrighino un po' da soli!

A scuotere dal suo torpore l'ormai maturo John, ci pensano dei missionari laici che vogliono a tutti i costi raggiungere il vicino villaggio birmano, per portare la parola di Dio, viveri e medicinali alla stremata popolazione. In realtà, gli chiedono solo di scortarli lungo il fiume, l'unico posto percorribile senza il pericolo d'incappare nelle micidiali mine.

- Birmania
John avrebbe preferito tenersi lontano da tutto questo. Ha anche cercato di far desistere lo sparuto gruppo di pseudo umanitari, ribadendo che avventurarsi senza armi in questa terra tumultuosa è andare incontro a morte certa.

Sì, forse avrebbe preferito tenersi lontano da tutto questo. Poi però ha cambiato idea, l’ha fatto soprattutto per lei, Sarah Miller, impossibile resistere ai suoi occhi, alla sua determinazione, alla purezza di pensiero di chi è convinto che il bene possa sempre sconfiggere il male?

Si sbaglia di grosso e lui lo sa, ma ormai tornare indietro non è possibile. Ad attenderli una prova durissima. Ormai hanno varcato le porte dell'Inferno birmano e dentro c'è solo sopraffazione, violenza, paura, pazzia. La lotta per la sopravvivenza è appena cominciata...

- Sono passati ben ventotto anni da quel lontano 1982, in cui il primo Rambo ha visto la luce sul grande schermo. Ne ha combattute di battaglie per la Patria e per se stesso l'impavido eroe sparatutto, fino al 1988! L'avevamo lasciato lì, a riposare nel limbo dei miti cinematografici, certi che ormai non avesse più nulla da dare, invece, come una fenice che rinasce dalle sue ceneri, ce lo ritroviamo dopo due decenni, più agguerrito che mai.

Sinceramente nessuno pensava più che Sylvester Stallone, ormai ultrasessantenne, col fisico appesantito dal passare del tempo, potesse ancora ridare vita a quell'eroe combattente degli anni ottanta, per cui ha stupito non poco la sua decisione di aggiungere un nuovo capitolo alla saga e farlo risorgere dalle polveri dell'oblio. In aggiunta l'inossidabile Sylvester, oltre a riproporsi come attore, si è messo in gioco come regista!

Personalmente non amo molto i film stile sparatutto, ma per Rambo è diverso, lui è nei miei ricordi, icona incontrastata degli anni ottanta. Non potevo non vedere questa nuova produzione. Il genere è quello che è, non ci si può aspettare una trama ricca di sentimento e immagini soft. Già le prime scene, anzi soprattutto quelle, sono un pugno nello stomaco. 

Lo schermo si riempie di devastazione e angosciante disperazione, del rosso delle tuniche di monaci buddisti in fuga, di militari che brandiscono armi... e poi corpi martoriati, teste mozzate, bambini in lacrime, sopraffazione, ingiustizia dolore. Come colonna sonora voci di giornalisti, sprazzi di notiziari, perché purtroppo non è finzione, quelli mostrati sono brandelli di veri reportage di guerra, di un conflitto dimenticato a due passi da noi.

Con quest’antefatto reale, Stallone ci tiene a ribadire che sì, il suo è solo un film che prende spunto da quei fatti drammatici, ma una realtà più cruda e sconvolgente si sta ancora consumando in qualche parte del globo. Rambo, che nelle sue avventure si è sempre trovato sulla sponda dei diseredati, disperati e vessati da ingiustizie e sopraffazione, anche in questa trama calza a pennello la parte che gli è stata affidata. 

L'idea degli sceneggiatori di mandarlo in Birmania, dove si consuma una guerra dimenticata e ignorata dal resto del mondo, non è casuale. Oltre che una "furba" trovata per attirare maggiormente il pubblico, è anche un modo per portare alla ribalta un problema che in fondo ci tocca tutti. Purtroppo poi nella realtà, nessun supereroe come Rambo potrà avventurarsi per portare soccorso a chi è in difficoltà, ma la cosa, nel suo piccolo, può servire a porre l'attenzione su quegli incresciosi fatti.

La suggestiva scenografia è il risultato di riprese girate in Messico, Stati Uniti, Thailandia e Birmania. Riproporre la storia in un contesto il più realistico possibile, è stata una scelta che ha dato notevoli risultati qualitativi, cosa ancora più apprezzabile se si pensa che l'ultima location citata, ha dato non pochi problemi a Sylvester, poiché sul posto ha ricevuto addirittura minacce di morte.

Spettacolari le immagini che mostrano le panoramiche del paesaggio ammantato di verde e soffuso da una cortina di leggera foschia, o quelle che spaziano sulla tranquillità del fiume. Come anche le altre girate di notte o sotto la violenza di una pioggia scrosciante che sembra voler lavare tutte le ingiustizie e il colore della sopraffazione. 

Sono costretta a citare anche le super cruente scene dei combattimenti, davvero realistiche, frutto di sapienti effetti speciali. Corpi squartati, pallottole che dilaniano, deflagrazioni che sollevano polvere e brandelli sanguinolenti, di tutto e di più! Perché il film è soprattutto questo, specie nella seconda parte.
Il cinema ci ha abituato a ogni sorta di truculente immagini ottimamente ricostruite con i moderni mezzi cinematografici, per fortuna sono solo effetti speciali, ma in questo Rambo hanno sfiorano la perfezione. 

Le scene mostrate sono d'estrema veridicità, un surplus di azione nuda e cruda, in grado di creare un forte disagio interiore, ma soprattutto, di evocare prepotentemente quegli sprazzi di reportage reali mostrati all'inizio, bambini in lacrime, devastazione, dolore, la realtà, una guerra vera e dimenticata!

Forse il film deve soprattutto far riflettere sull'importanza della vita, su come la guerra sia solo una sorta d'inferno capace di risucchiare e annientare i più elementari diritti umani, perché sono gli innocenti a pagarne le spese, la gente comune a subire le angherie del sadico di turno. 

La realtà in questo caso è talmente crudele che nessuna finzione potrà mai rappresentarla appieno e non si può fare finta che il problema di quelle popolazioni martoriate non esista.
Tra gli attori non poteva che distinguersi lui, Sylvester Stallone! Non in forma smagliante come nelle altre edizioni, un po' appesantito da chili di troppo e muscoli eccessivamente gonfiati, ma in fin dei conti è riuscito ugualmente a dare carisma al suo personaggio. 

Nella prima parte del film lo ha arricchito di silenzi ed espressioni cupe e pensierose, di chi ha visto di tutto e di più e ormai vuole solo isolarsi dalle brutture del mondo. Gli ha fatto ritrovare poi, una volta imbracciate le armi, la grinta selvaggia dell'impavido combattente disposto a tutto, che avevamo visto nelle precedenti pellicole.

Bella la colonna sonora. Il finale può anche lasciare una porta aperta a un seguito, chissà se Stallone vorrà stupirci ancora?

 - Curiosità - Riassumendo un po’ le precedenti pellicole di Rambo
 - 1982: Rambo
Regia: Ted Kotcheff
Qui Rambo è di ritorno dal Vietnam, portandosi dietro i tanti problemi che l'essere stato per tanto tempo una macchina da guerra gli provoca. Rientrare nel suo Paese, dove è palpabile la cocente delusione per una guerra appena persa e che tradisce la sotterranea insofferenza per i reduci, scatena ancor più in Rambo l'aggressività e la ribellione.

- 1985: Rambo 2 - La Vendetta
Regia: George Pan Cosmatos
Rambo viene rimandato in Vietnam per una delicata missione, ritrovare alcuni soldati americani dispersi.
In mezzo a una giungla intricata e ostile, armato solo di arco, frecce e coltello, si accorgerà ben presto di esser stato tradito e che deve combattere per sopravvivere.

- 1988: Rambo III
Regia: Peter MacDonald
Qui ritroviamo Rambo inizialmente in un convento buddista, poi in Afghanistan, dove aiutato da alcuni ribelli, cercherà di liberare un importante prigioniero americano dalle grinfie delle truppe sovietiche.

- Le vicende di Rambo prendono ispirazione dal libro First Blood scritto da David Morrell.

- Durata del film: 1 ora e 33 minuti

- Guarda il Trailer

10 commenti:

  1. Si anche a me è piaciuta molto la tua recensione, precisa e coinvolgente.

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  2. Passo per augurarti un buon weekend! Ciao,
    Giacinta

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  3. Ciao cara Tizyana, guardando il tuo piacevole post, sono tornato indietro di tanti anni quando questa serie di Rambo faceva cassa nei cinema, oggi ogni tanto si vede in TV qualcuno è sempre bello riguardarli...
    Buona domenica cara amica,
    Tomaso

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  4. Il mitico Rambo!
    Ogni volta che lo rifanno in Tv siamo sempre in prima fila(sul divano ovviamente)!
    Interessanti le tue recensioni.
    Grazie per il commento che mi hai lasciato.
    buona serata e buona settimana
    Lella

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  5. Ciao,bella recensione,è sempre bello vedere questo personaggio e tutti i suoi film.
    Buona serata.

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  6. ciau tiziana, non appena ho letto che avevi recensito john rambo sono subito corso a leggerti perchè, spinto, non lo nascondo, anche dalla curiosità di sapere come può essere visto il personaggio di rambo secondo la sensibilità femminile, oltre che chiaramente ben sapendo quanto siano colte e curate le tue recensioni.
    che dire, mi è piaciuto davvero moltissimo il tuo punto di vista, sei stata grande ;)
    buona serata e a presto,
    Marco
    CN

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  7. già, rambo è una serie di film che sicuramente hanno segnato la storia, lo guardavo sempre quando lo facevano!!;)....bella recensione comunque!!

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