Genere: Drammatico, Thriller, Azione
Titolo originale: The Lookout
Nazionalità statunitense - Anno 2007
Regia e Sceneggiatura: Scott Frank
Scenografia: David Brisbin
Fotografia: Alar Kivilo
Musiche: James Newton Howard
Attori: Joseph Gordon-Levitt, Jeff Daniels, Matthew Goode, Sergio Di Zio, Isla Fisher, Carla Gugino, Alex Borstein, Bruce McGill, Alberta Watson, Janaya Stephens, Laura Vandervoort, Alex Borstein
- Trama, Recensione e Trailer
Midwest, Kansas. Tarda ora, un tratto di strada fuori città.
Voci allegre, risa spensierate, rimbalzano cristalline perdendosi nel silenzio della notte estiva. I fari di un’auto fendono l’oscurità rivelando sprazzi di vegetazione sempre più rigogliosa.
Lasciare posto al buio è quasi un gioco, decisione irresponsabile, dettata solo dall’ingenuità di un momento romantico. Lucciole, una moltitudine di puntini luminescenti, come pioggia magica riempie l’aria, visione d’ipnotica bellezza, cattura lo sguardo, conquista, ammalia. In un momento così incantevole il tempo sembra fermarsi, ma non svegliarsi in tempo da tale stupida incoscienza può essere fatale…
Quattro anni dopo, Chris Pratt non ricorda nulla di quell’evento drammatico, nella sua mente c’è come un muro invalicabile che non riesce a scavalcare. Non è più lo stesso, molto è cambiato nella sua vita, sa che era un bravo sportivo, un ragazzo con un futuro luminoso davanti, fino a quando il buio totale in cui era precipitato, un coma di molti giorni, lo aveva restituito all’attuale esistenza fatta di difficoltà, confusione e tanto senso di colpa.
Quante ore, quanti infiniti giorni da quel drammatico momento? Non saprebbe dirlo. Gli è difficile convivere con questa parte del suo “io sconosciuto”, è terribile non riuscire a coordinare la cronologia del tempo presente e per lui “ieri” può essere una pagina bianca, se i ricordi rimangono invischiati nel nulla.
Si reca spesso in un centro medico e ogni volta è una dura lotta con se stesso, si sforza di riempire un foglio bianco con ricordi nebulosi che non vogliono affiorare, però non si arrende, nonostante le difficoltà, la confusione, i segni sul corpo e nell’anima, ce la mette tutta per non scivolare definitivamente nel baratro, di forza ne ha da vendere!
E’ abbastanza autonomo, guida, lavora in una banca, dove fa le pulizie nelle ore notturne. Divide un piccolo appartamento con il suo eccentrico amico cieco Lewis, con il quale ha un rapporto conflittuale ma profondo. In fondo, hanno problematiche diverse ma comuni, si compensano a vicenda e l’uno non può fare a meno dell’altro. Inoltre ha ritrovato da poco un vecchio compagno di scuola, un tale Gary Spargo, che lo coinvolge in una vita più movimentata.
Che importa se non lo ricordava affatto e in questo presente era solo un semplice sconosciuto. Lo fa sentire un po’ più vivo, anche se spesso, un senso di smarrimento lo attanaglia, con lo sguardo perso nel vuoto della mente e un taccuino come compagno inseparabile, deve annotare le azioni che compie, perché sa che purtroppo, un minuto dopo le avrà già dimenticate.
La sua esistenza sembra procedere in una situazione statica, seguire stancamente una strada senza via d’uscita. Eppure, il futuro prossimo ha in serbo qualcosa di diverso, un’avventura inaspettata, drammatica e movimentata, dagli sviluppi concitati e intrisi di pericolo, tra la miscela esplosiva d’attrazioni pericolose, amicizie sbagliate e voglia di un futuro migliore…
- Il prima e il dopo, l’inizio del film porta in primo piano la differenza abissale tra un difficile presente e un periodo spensierato, luminoso, vitale, normale, relegato ormai dietro il confine di un passato non troppo lontano ma invalicabile e perduto.
Il senso di una dolorosa consapevolezza permea le immagini, una sottile inquietudine unita alla forte percezione della bellezza immensa della vita, della sua fragilità e preziosità, quasi impossibile non pensare almeno per un attimo alle stragi del sabato sera, a tante vite spezzate, all’incoscienza o al breve sentimento d’onnipotenza che purtroppo, troppo spesso paga.
A questo punto si potrebbe pensare che il film è tristissimo, angosciante, fin troppo cupo, invece no, perchè la bravura di chi l’ha realizzato fa la differenza, non c’è tempo per respirare un’atmosfera colma d’eccessiva malinconia, sentimenti di pena e commiserazione sono da riservare ad altro.
Qui c’è da entrare solo nel presente di Chris e per quanto confusionario e irto di difficoltà, ha la leggerezza della sua nuova ingenuità, la perseveranza del suo non arrendersi, la forza che lo spinge a cercare di conquistarsi un pezzo di normalità.
Il cineasta Scott Frank, contrariamente al solito, non si è limitato a occuparsi solo della sceneggiatura, ha debuttato come regista e l’ha fatto alla grande, oltre a dotare questa sua opera cinematografica di una trama intensa e coinvolgente, ha puntato molto sulla caratterizzazione dei personaggi, dando il giusto risalto al lato psicologico, permettendo allo spettatore di percepire le loro emozioni, d’interagire con la loro quotidianità.
Con notevole sensibilità è riuscito a confezionare un prodotto non banale, affrontando delle tematiche delicate e difficili, con il pregio di renderle palpabili, intense e allo stesso tempo mai claustrofobiche e pesanti.
Il film Sguardo nel vuoto sa sapientemente intrecciare vari generi, all’inizio più lento, rappresentativo della quotidianità del protagonista, s’interseca pian piano una sorprendente trama ricca di ritmo e tensione che sale sempre più verso il finale, davvero difficile annoiarsi, non lasciarsi prendere in quel crescendo di suspance.
Il tutto è permeato da una dolce, delicata atmosfera sentimentale, mai troppo palese, quasi impercettibile, aleggia lievemente sulle scene, è trasmessa dalle sensazioni che comunica il protagonista, dai suoi pensieri, dai suoi confusi ricordi e desideri.
I rapporti umani sono presentati nelle varie sfaccettature, in special modo l’amicizia gioca un ruolo importante in questo film, la bontà d’animo disinteressata e sincera, che emerge e si distingue dalla falsità e dall’opportunismo.
Una piacevole ma mai eccessiva vena comica, ha il potere di sdrammatizzare il difficile tema affrontato.
Gli attori principali se la cavano bene, Gordon Levitt in particolar modo, nel vestire i panni cinematografici del tormentato Chris Pratt è davvero convincente, riesce a calarsi nella parte con spontaneità, il viso dall’espressione perennemente imbronciata, lo sguardo smarrito e allo stesso tempo avido di curiosità, gli occhi che riflettono la confusione e il dolore di un rimorso indelebile che non l’abbandona un istante, ne fanno un personaggio vero e particolare che riesce a toccare il cuore con facilità.
A dare maggior spessore alla sua parte contribuisce il bravo Jeff Daniels, che lo affianca in quest’avventura interpretando l’eccentrico Lewis, il coinquilino cieco, un po’ filosofo, un po’ tuttologo, a volte burbero e dotato di una buona dose d’ironia. Sono un’accoppiata cinematografica vincente, nonostante i difficili problemi esistenziali della non facile condizione filmica, le scene che li coinvolgono riescono spesso a essere addirittura esilaranti.
La scenografia, arricchita con molte belle riprese girate in Canada, offre panorami invernali surreali, gelide atmosfere che ben s’intonano ai vari momenti del film.
Le coinvolgenti musiche della colonna sonora inoltre, accompagnano le immagini dando il giusto ritmo ai momenti clou della trama, senza mai essere troppo invasive. Non posso che consigliare questo film, davvero da non perdere.
Durata del film: un’ora e trentanove minuti
Guarda il Trailer
Ciao! Confesso, è un bel po' che non vado al cinema ma qua mi è ritornata la voglia, devo solo decidere cosa andare a vedere!
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