martedì 13 settembre 2022

- Il mio miglior nemico

Genere Commedia

Regia Carlo Verdone

Produttore Aurelio De Laurentiis – Anno 2006

Soggetto e sceneggiatura Carlo Verdone, Silvio Muccino, Silvia Ranfagni, Pasquale Plastino

Musiche Paolo Buonvino

Attori: Carlo Verdone (Achille De Bellis), Silvio Muccino (Orfeo Rinalduzzi), Ana Caterina Moriaru (Cecilia), Sara Bertelà (Annarita madre di Orfeo), Agnese Nano (Gigliola moglie di Achille), Corinne Jiga (cognata amante di Achille), Paolo Triestino (Guglielmo cognato di Achille)

 

- Trama, Recensione, Trailer

- Facciamo luce sui due protagonisti romani della storia filmica.

Achille De Bellis (Carlo Verdone) è un uomo sposato, con una vita tranquilla (si fa per dire) e un lavoro sicuro, certo è stato anche abbastanza fortunato, perché aver sposato Gigliola (Agnese Nano) gli ha dato la possibilità di diventare direttore della sua catena alberghiera, che tuttavia deve gestire sotto la supervisione del cognato Guglielmo, ma questa è una scocciatura di poco conto, visto che poi Achille si concede la libertà di avere una storia con la sua procace moglie!

Ha tanti anni di matrimonio alle spalle e sta per festeggiare le Nozze d'argento con tanti invitati, ci tiene a fare bella figura Achille, l'apparenza prima di tutto. Ha anche una figlia, Cecilia (Ana Caterina Morariu) che per lui è motivo d'orgoglio in quanto la vede perfetta: buona, studiosa e senza problemi. Quindi si tratta di una situazione un po' intricata, nascosta da una piatta, calma normalità. Basta poco per far saltare tutto?

Orfeo Rinalduzzi (Silvio Muccino) è un ragazzo di 23 anni, senza tanti punti fermi, che si dà da fare per guadagnare qualcosa facendo degli sporadici lavoretti, come ad esempio il cameriere in un bar. Abita in un quartiere popolare di Roma, ha una situazione famigliare poco tranquilla, vive solo con la madre, una donna psicologicamente fragile che alterna periodi di ottimismo ad altri bui di depressione più nera.

E il padre? Non lo ha mai conosciuto, però sa che è ancora vivo e si trova da qualche parte: una mancanza dolorosa, celata sotto l'indifferenza e l'irruenza dell'età.

Due personaggi, due ambienti e due generazioni differenti, cosa farà sfiorare le loro esistenze così dissimili?

- Trama   

Nella grande sala dell'albergo il silenzio è pesante. Achille scruta il volto dei suoi dipendenti che sono disposti in una lunga fila, cammina lentamente, rallentando ogni tanto ulteriormente il passo, con un incedere che aggiunge tensione a quei secondi estenuanti. Si ferma poi davanti a una cameriera. Le frasi pronunciate subito dopo risuonano cariche della sua controllata ira e le pesanti parole senza possibilità di replica e di perdono, una tra tutte rimane nell'aria, col peso del suo opprimente significato: licenziata!

Ad un cliente dell'albergo è stato rubato un computer, questa donna è stata vista uscire dalla sua stanza, gli indizi di colpevolezza ricadono inevitabilmente su di lei. A nulla valgono i suoi tentativi di difesa, l'insistente spiegare di essere estranea all'increscioso fatto.

Cose che possono accadere, Achille De Bellis ha esercitato la sua autorità, lui è il datore di lavoro e lei solo una cameriera… ma è anche la madre di Orfeo, ed è un particolare che fa la differenza, perché il ragazzo decisissimo a vendicarla per l'ingiustizia subita, tenta prima di farla riassumere, poi come conseguenza all'ostinato rifiuto di lui, attua delle strategie per rendergli l'esistenza molto complicata.

Da questo momento nella vita di Achille entrerà a forza la presenza del giovane Orfeo che decisissimo a fargliela pagare, da nuovo nemico metterà in atto più di una strategia per rendergli la vita difficile.

La trama a questo punto prende quindi sviluppi a volte comici a volte drammatici, con un susseguirsi di eventi che travolgono entrambi i protagonisti, apparentemente animati da intenzioni diverse. Le loro vicende intrecciate a quelle di altri personaggi, che hanno un ruolo minore ma che disegnano prepotentemente la linea dei sentimenti, dell'amore.

Le storie dei protagonisti si sposteranno da Roma ad altri luoghi, fino a spingersi anche in Svizzera e in Turchia, tra varie vicissitudini a volte divertenti in altre malinconiche.

- Il mio punto di vista

L'accoppiata Verdone Muccino in questo film risulta senza dubbio vincente e il loro ruolo molto adatto alla vicenda raccontata. Il grande Carlo veste i panni del controverso Achille, riuscendo a dargli quell'unicità che da sempre è prerogativa dei suoi personaggi, lo rappresenta in tutta la sua esagerata normalità di uomo sui cinquant'anni che pensa di aver ormai raggiunto delle mete importanti nella propria vita

Questo suo livello di sicurezza è dato dalla posizione sociale, dagli affetti che lo circondano, non si fa tante domande ma pensa che tutto sia scontato e non importa se non ha tanto tempo per occuparsi della sua unica figlia, di entrare un po' di più nella sua vita, ha tante cose da fare Achille e non ha tempo per fermarsi a pensare.

Poi quando l'incontro-scontro con Orfeo gli ribalta la realtà quotidiana, riesce a far trapelare il lato tragicomico della situazione e l'emotività nascosta del personaggio, così spesso, anche in scene abbastanza drammatiche, non si può fare a meno di ridere. Ciò accade però in special modo nella prima parte del film, dove le gag di Verdone si susseguono in maniera veloce e piacevole, mentre invece più avanti prende il sopravvento la sua parte malinconica e sentimentale.

L'interazione con Muccino offre la possibilità di mostrare lo scontro generazionale che all'inizio della storia avviene in maniera violenta. Orfeo qui rappresenta la giovinezza, il rapporto spesso conflittuale che si vive con le persone più adulte, l'assenza di certezze e l'apparente mancanza di valori importanti, in un contesto famigliare diverso da quello di una volta, che si è evoluto nel tempo. Un'età in cui però, si ha il pregio di riuscire a vivere ancora con semplicità.

Questo in contrapposizione con la freddezza abbastanza cinica di chi ha perso lungo la strada dell'ambizione e del successo la spontaneità che permette di riconoscere le vere cose importanti della vita.

Nessuno dei due uscirà come prima da questo confronto, perché paradossalmente qui anche un nemico ha qualcosa da insegnare, e allearsi a volte, seppur senza possibilità di scelta alternativa, può essere la soluzione migliore, specie se si è anche senza saperlo, animati dal medesimo bisogno di affetto e dallo stesso amore, pur se in forme diverse.

Alcuni personaggi che fanno solo una fugace apparizione, lasciano il segno per la loro particolarità, aggiungendo un tocco di ruspante e immediata comicità, come ad esempio il ladro di macchine Alfredo o il gruppetto di guardoni. Mitici anche i due infermieri che all'ennesimo arrivo di Achille e Orfeo al pronto soccorso, li accolgono con l'esilarante:

- ma con che cosa la fate la doccia voi, con l'olio d'oliva?

Una commedia che è un mix di generi comico-drammatico ma anche sentimentale. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, Muccino è protagonista di momenti intensi a livello emotivo, sia in alcune scene che lo vedono nel ruolo di figlio, sia in altre da innamorato di Cecilia (Ana Caterina Moriaru).

Bello il momento in cui abbracciato a lei e circondati da un panorama di notevole bellezza, pronuncia la mitica frase:

- sai perché ero sempre così sfortunato nei confronti della vita? Perché pensavo che una come te non esistesse.

Una trama in cui nonostante si cominci anche con una dose di bugie e superficialità, ci mostra poi come sia importante ritrovare se stessi e i veri valori della vita nelle piccole cose, che affronta anche il tema dei rapporti genitori-figli e lo fa in maniera più moderna e attuale, ponendo l'attenzione sul fatto che non sempre è il codice genetico, il legame di sangue che dà valore agli affetti, ma è la qualità, la complicità, il vissuto e l'amore.

Un film che ha dei lati positivi, quindi: carino, divertente e fa riflettere, ma nonostante tutto questo per quanto mi riguarda non potrei definirlo addirittura eccezionale e neanche metterlo al primo posto come il migliore, tra quelli realizzati da Verdone.

Forse è nella seconda parte che il film perde un po' in molti punti, con una trama che risulta più lenta, alla ricerca anche troppo estenuante di Cecilia, per fortuna però, anche qui ravvivata da momenti più rari ma d'immediata comicità.

Un film da vedere, per passare un paio d'ore più o meno spensierate, tra le battute del sempreverde Carlo Verdone e la simpatia di Silvio Muccino, facendosi coinvolgere dalla particolare trama, in cui il multietnico cast di attori aggiunge un qualcosa in più. Perché se è vero che a volte bisogna perdere tutto per ritrovare se stessi e la strada della felicità, se è questo che il film vuole dirci, allora paradossalmente non può che trasmettere un messaggio di speranza e di ottimismo.

- Guarda il Trailer

 



 

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